Storia TL

Il Qixing Tanglangquan (Boxe della mantide religiosa delle sette stelle) è uno stile del Gongfu tradizionale cinese nato intorno alla seconda metà del XIX secolo.
Lo stile rappresenta uno dei tre rami principali dello stile della mantide religiosa ed è attualmente presente in molte zone della Cina e del mondo.
La tradizione vuole che nel periodo a cavallo tra la dinastia Ming (1368-1644) e la dinastia Qing (1644-1911) vivesse un certo Wang Lang, un guerriero di grande fama.
Si dice che Wang Lang sfidò ripetutamente i monaci guerrieri del monastero Shaolin, rimanendo però puntualmente sconfitto.
Ogni volta che Wang Lang veniva messo al tappeto, i monaci lo schernivano, così, sentendosi messo alla berlina, egli si infuriava uscendo fuori di sé.
Un giorno, dopo l’ennesima sconfitta, Wang Lang riposava all’ombra di un albero.
Improvvisamente udì una cicala frinire sopra un ramo, alzò lo sguardo e vide la grossa cicala combattere contro una piccola mantide.
Nonostante la cicala possedesse sei zampe, non riusciva a tenere testa ai micidiali due uncini della mantide, così cadde dall’albero sconfitta.
La mantide così, una volta scacciata la cicala la assalì ferocemente uccidendola.
Wang Lang catturò la mantide e se la portò via con sé.
Servendosi di un bastoncino cominciò a stuzzicarla e ne osservò la destrezza e gli attacchi feroci ed ebbe un’intuizione: osservando i movimenti che la mantide compiva con le due lunghe zampe, agganciare, spaccare, appendere e schivare, formulò alcune tecniche come guo, lou, cai, gua, pi, diao e jie.
Prendendo le tecniche che la mantide utilizzava per afferrare la cicala, Wang Lang ne comprese completamente il metodo.
Dopo due anni tornò di nuovo al tempio Shaolin per sfidare i monaci e vedere chi era il migliore. Wang Lang, utilizzando le tecniche di mano della mantide, riusciva a bloccare i colpi degli avversari colpendoli ripetutamente in tutto il corpo.
I monaci sconfitti si ritirarono ed andarono a chiamare l’abate.
Questi invitò Wang Lang ad entrare a far parte del tempio per poter insegnare ai monaci le tecniche del suo Tanglangquan.
Wang Lang creò così il primo taolu dello stile: Bengbu.
Dopo tre anni di permanenza nel monastero Shaolin, Wang Lang si ritirò in eremitaggio sul monte Maoshan (presso Jurong, provincia del Jiangsu).
In seguito un monaco daoista di nome Shengxiao arrivò in questo posto e imparò l’arte segreta di Wang Lang diffondendola poi fra la gente.
Da qui ha inizio l’era di diffusione del Tanglangquan in tutta la Cina.

Durante l’era “Dao Guang” (1821-1851), nel distretto di Pingdu, nel villaggio della famiglia Cui, un uomo di nome Li Zhijian incontrò un forestiero che gli insegnò l’arte del Tanglangquan. 
In seguito Li entrò nel corpo di guardia a Jinan (Shandong).
La sua fama di combattente era così grande che tutti lo conoscevano con gli epiteti di “Shandian shou” (mano di lampo) e “Kuai shou Li” (Li mano veloce). 
Li Zhijian nel terzo anno dell’era di Guang Xu (1878), tornò nel suo paese natale al Nord.
Poiché era ormai in età avanzata, Li Zhijian cercò a lungo un valido discepolo che portasse avanti la sua arte. 
Li aveva sentito parlare di un giovane di Fushan con un’ottima tecnica di combattimento e decise di andarlo a trovare.
Li chiese al giovane Wang di fargli vedere di cosa era capace e lo osservò senza dire nemmeno una parola.
Wang, non essendo abituato a quel tipo di colpi, non riuscì a parare le tecniche del maestro Li, così, capendo la sua superiorità gli chiese di insegnargli.
Wang studiò per molti anni con Li Zhijian.
In seguito il maestro Li partì per il nord.
Si dice che fosse arrivato fino a Fengtian (oggi Shenyang) e che fosse ritornato in seguito a Tianjin, fino a che si persero le sue tracce.
Wang Yongchun, nome di cortesia Yunsheng, passò l’esame provinciale per la carriera militare negli ultimi anni dell’era di Guanxu (1875-1908).
Egli nacque il quarto anno dell’era Xianfeng (13 maggio 1854) e morì alla fine dell’undicesimo mese del quindicesimo anno della Repubblica Cinese (1927).
Egli nacque e visse nell’ Hutong (tipico sistema di vicoli cinese) della famiglia Wang fuori dalla porta occidentale di Yantai.  
Egli studiò nel terzo anno dell’era di Tongzhi (1865) il Mizu Changquan con Li Yichun, priore nel tempio Yuhuang Ding. 
Nel terzo anno dell’era Guangxu (1878) aprì una scuola di arti marziali. 
Nel settimo anno dell’era Guangxu (1882) prese come maestro Li Zhijian ed iniziò lo studio del Tanglangquan.
Una volta appresa l’arte del maestro Li, si allenò a lungo e con molta pazienza ricercò ottimizzando e fondendo tra loro diversi stili di combattimento.
Sviluppò il Tanglangquan inserendo alcuni principi di movimento: interno ed esterno insieme, duro e morbido reciprocamente uniti, grandi espansioni e allungamenti, mani veloci e penetranti, enorme velocità e molti cambiamenti.
Prese i sette punti del corpo umano con i quali si può colpire (testa, spalla, gomito, mano, anca, ginocchio e piede) e li unì creando una posizione specifica, poi assimilò i punti di questa posizione con le sette stelle della costellazione dell’orsa maggiore.
Così creò il Qixing Tanglangquan (Boxe della mantide religiosa delle sette stelle).

La sua scuola del maestro Wang Yunsheng, che si trovava all’interno della sua abitazione, si chiamava “Kui De Tang” (sala dell’eccellente virtù).
Il carattere “Kui” (eccellente) indica anche la prima stella della costellazione dell’Orsa Maggiore.
In seguito la scuola venne chiamata “Qixing” (sette stelle).
Wang insegnò questo stile ad un grande discepolo, “Gu Yuli” Fan Xudong.
Fan Xudong, conosciuto anche col nome di “Xiangsheng”, era del villaggio di Dahaiyang presso Yantai.
Data la sua massiccia corporatura era soprannominato Fan “Da li” (Fan il possente).
Egli eccelleva negli esercizi di palmo d’acciaio “Tiesha zhang” e negli esercizi di “Luohan gong”. 
Su di lui si racconta che un giorno, mentre camminava in un campo, due tori lo avessero attaccato.
Fan per difendersi stese il primo con un calcio allo stomaco.
Quando si avvicinò anche il secondo, Fan lo prese con la mano sinistra per le corna e lo colpì con il palmo della mano destra.
Al colpo di Fan il toro cadde immediatamente a terra. 
Il padrone dei tori pensò che Fan avesse sparato ai tori, così gli chiese un risarcimento.
Il maestro Fan così rispose: “Ho agito solo per difendermi, se fossi stato io invece a morire incornato dai tuoi tori, tu mi avresti risarcito?”
Grazie a questo episodio la fama di Fan Xudong crebbe a dismisura, diffondendosi in lungo e in largo.
Verso la fine dell’era di Guang Xu (prima decade del ‘900) il maestro Fan venne invitato in Siberia per degli incontri di lotta. 
Qui sconfisse i campioni del posto e attraverso numerosi duelli ottenne diversi titoli. 
In seguitò fece ritorno in Cina lasciando dietro di sé la fama di campione incontrastato. 

Il maestro Fan insegnò a diversi allievi.
Il primo fu Guo Jialu, il secondo Yang Weixin, il terzo Lin Jingshan, il quarto Luo Guangyu e l’ultimo Wang Zhuanyi. 
Guo Jialu, morì purtroppo giovane. Yang Weixin, insegnò nell’accademia “Jingwu” di Shanghai e nella “Shandong Huiguan”.
Luo Guangyu, venne chiamato ad insegnare nelll’accademia “Jingwu” di Shanghai e poi nelle altre filiali di questa a Guangzhou, Foshan, Hong Kong e Macao.
Wang Zhuanyi, nipote di Wang Yunsheng, insegnò anche lui alla “Jingwu” e allo “Shandong Huiguan” di Shanghai per 8 anni, nel 1952 iniziò poi ad insegnare a Dalian (provincia del Liaoning). 
Lin Jingshan, prese il posto del maestro Fan nella conduzione della scuola “Qixing” di Yantai a soli 23 anni.
Per oltre sessant’anni si dedicò all’insegnamento e allo sviluppo della tradizione lasciatagli dal proprio maestro, dando un contributo inestimabile alla conservazione e alla ricerca del Qixing Tanglangquan.
La sua dedizione all’arte e la sua maestria nello stile divennero nel tempo proverbiali nell’ambiente marziale di inizio ‘900.
Ancora oggi il nome del maestro Lin Jingshan suscita rispetto e venerazione, essendo considerato l’erede e il custode dell’intero stile antico.
Egli spese tutta una vita nella ricerca e nella trasmissione del Qixing Tanglangquan in tutti i suoi aspetti, conservando e ampliando l’intero stile.
A lui il maestro Fan Xudong lasciò in eredità i Quanpu (manuali marziali), scritti a mano dallo stesso Wang Yunsheng, creatore dello stile, e donati da quest’ultimo al maestro Fan.
In questi preziosi manuali sono conservati tutti i principi tecnici e teorici dello stile, nonché la storia e la genesi delle tecniche.
Il maestro Lin Jingshan ebbe molti allievi, alcuni dei quali divennero poi affermati maestri, ma lasciò l’eredità dell’intero stile ai suoi figli e ai suoi nipoti, facendo in modo che il Qixing Tanglangquan ortodosso venisse perpetuato e protetto all’interno della famiglia Lin.
Le ragioni di questa scelta sono due: da una parte il valore della famiglia nella mentalità tradizionale cinese, dall’altra i turbamenti storici che la Cina visse durante tutto il ‘900.
Lin Jingshan, pur non risparmiandosi nell’insegnamento verso molti dei suoi allievi più fidati, tramandò soltanto ai suoi tre figli maschi (Lin Chunsheng, Lin Chunfa e Lin Shangwei) l’intero corpus tecnico e teorico dello stile, come inestimabile lascito alla famiglia, valore imprescindibile nella mentalità tradizionale cinese.
Inoltre, l’occupazione giapponese, la guerra civile ed infine i terribili anni della Rivoluzione Culturale cambiarono sensibilmente il modo di praticare ed insegnare le arti marziali in Cina.
Molti allievi del maestro Lin che studiarono con lui a partire dagli anni ’50, pur ricevendo un insegnamento impeccabile e di altissimo livello, essendo vincolati dalle restrizioni e dai divieti del governo, non poterono studiare la forma antica dello stile, così come era stata tramandata fino a pochi decenni prima.
I tre figli del maestro Lin, durante la guerra civile e per tutta la durata della Rivoluzione Culturale, dovettero lasciare il paese natale ed il proprio padre per fuggire in varie zone della Cina.
Solo alla fine degli anni ’60 poterono tornare nello Shandong e ripristinarono l’insegnamento del Qixing Tanglangquan puro. 
Per questa ragione quello della famiglia Lin viene definito un Qixing Tanglangquan “ortodosso”.
Grazie all’opera di Lin Jingshan e dei suoi figli, lo stile, così come creato da Wang Yunsheng, ha potuto mantenere inalterato il proprio aspetto e le proprie caratteristiche.

Il Qixing Tanglangquan della famiglia Lin conserva dunque il metodo e i movimenti arcaici.
Essendosi cristallizzato nei primi decenni del ‘900, il metodo conservato nella famiglia Lin è riuscito a sfuggire a quei cambiamenti e ammodernamenti subiti da altri lignaggi e altri stili del Gongfu tradizionale durante gli anni ’60 e ’70.
Ciò che è stato conservato è uno stile antico, potente ed esplosivo, con una grande ferocia e velocità nell’esecuzione, senza alcuna parvenza di modernismo.
Caratteristica del metodo del Qixing Tanglangquan ortodosso della famiglia Lin è l’attenzione al “Fajin“, scaturito dall’utilizzo totale del corpo e dalle particolari posizioni che ne aiutano il movimento.
Oggi lo stile ortodosso è rimasto nelle mani del Granmaestro Lin Dongzhu, nipote del venerabile maestro Lin Jingshan e figlio del maestro Lin Shangwei.
Egli è il successore diretto di ottava generazione di Qixing Tanglangquan ortodosso, unico maestro di questo stile ad aver ricevuto dallo Stato cinese la nomina di Rappresentante dello stile Qixing Tanglangquan ortodosso, Patrimonio Culturale Inviolabile della Nazione.
Il Granmaestro Lin Dongzhu è allo stato attuale l’unico depositario dello stile Qixing Tanglangquan ortodosso della famiglia Lin, in quanto ultimo membro della famiglia ancora in vita.
In Europa, lo stile Qixing Tanglangquan ortodosso, trasmesso all’interno della famiglia Lin, è insegnato dal Maestro Maurizio Zanetti
Egli è stato uno studente del Granmaestro Zhong Lianbao di Yantai per molti anni, dal quale ha imparato lo stile completo. 
Dal 2002, segue lo stile del Granmaestro Lin Dongzhu, che l’ha accettato nel 2013 come suo discepolo, unico in Europa, e lo ha nominato successore dello stile ortodosso.

(fonte: sito dell’Associazione Longzhao di sifu Maurizio Zanetti)

Loading